Teatro

BONACOLSI L'ANTICO uno scultore nella Mantova di AndreaMantegna e Isabellad'Este

BONACOLSI L'ANTICO uno scultore nella Mantova di AndreaMantegna e Isabellad'Este

Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l'Antico è il più importante scultore mantovano del Rinascimento. Nasce a Mantova nel 1460 circa; è controversa la questione del nome, mentre il soprannome “Antico” deriva dalla grande conoscenza e dalla capacità di reinterpretare il mondo classico, che si traducono in opere raffinate: è il primo artista a darsi un vero e proprio nome d'arte che contiene un'intenzione, la manifestazione della sua idea di arte e di bellezza (oggi l'ispirazione all'antico appare persino banale, ma nel XV secolo era molto originale: egli reinterpreta il classico con nuova sensibilità ed una tecnica perfetta, volendo ritrovare non solo le forme dell'arte antica ma anche il loro colorismo). Si forma nella bottega di un orafo; le prime opere sicure sono una serie di medaglie raffiguranti Gianfrancesco Gonzaga, figlio cadetto del marchese Ludovico II e la moglie Antonia Del Balzo, i quali creano a Bozzolo una piccola corte, un vero e proprio cenacolo culturale dove si stabilisce l'artista. Dopo la morte di Gianfrancesco, l'Antico passa al servizio del di lui fratello, il vescovo Ludovico. Nel 1497 è a Roma, dove era stato anche in precedenza: da qui scrive una lettera a Isabella d'Este con i dettagli delle opere antiche ammirate. Per Isabella esegue sculture, restaura opere classiche, la consiglia nell'acquisizione di pezzi antichi, raggiungendo un'agiata posizione economica e sociale. Nelle opere commissionate dalla marchesa recepisce il mutamento del gusto di corte: dall'eroicità dello stile del Mantegna alla dolcezza di Lorenzo Costa le opere dell'Antico si fanno sempre più classicheggianti, raffinate e morbide nella lavorazione, testimoni di una visione levigata e serena. Trascorre l'ultima parte della vita nella tranquillità, godendo dell'agiatezza dovuta alla fortuna della sua attività e intrattenendo rapporti con Federico II, figlio di Isabella. Muore a Gozzolo nel 1528. La mostra si apre con l'inventario dei beni di Gianfrancesco Gonzaga, redatto dopo la sua morte, che descrive stanza per stanza tutto il contenuto del castello di Bozzolo, compreso lo studiolo dell'Antico. La prima sezione concerne gli esordi alla corte di Bozzolo: sette medaglie e il Vaso Gonzaga consentono di configurare l'Antico come il miglior interprete del classicismo archeologico mantegnesco; particolarissime le misure di peso e capacità in fusione di bronzo di Bernardino Arrigoni. Nella successiva sezione, “Nel segno di Andrea Mantegna”, è più evidente l'influenza del pittore: straordinari i tondi con le fatiche di Ercole. Nei Cesari di Ludovico Gonzaga, vescovo eletto di Mantova, difficile è distinguere, anche a uno sguardo attento, le opere classiche autentiche restaurate da quelle dell'Antico. Poi “Antico a Roma, Antico e Roma”: Venus Felix e l'Apollo del Belvedere sono i vertici della sua produzione, “esempi sublimi” del suo stile. Egli è tra i primi a cimentarsi con il nudo femminile in scultura. Nello Spinario traduce, con notevole fedeltà, uno dei più celebri bronzi sopravvissuti dall'antichità, ben noto fin dal medioevo, visibile presso il Palazzo del Laterano e trasferito poi nel 1471 da Sisto IV in Campidoglio insieme al Camillus. Quindi “Nel mondo di Isabella d'Este”: molte informazioni sullo scultore si ricavano dalla corrispondenza tra lui e Isabella. La “Venere” e il “San Sebastiano” di Lorenzo Costa hanno dolcissime espressioni. Splendidi i bronzetti (molto maneggevoli, ammirabili da più lati): commissionati allo scultore prima da Gianfrancesco per il suo studiolo e poi da Isabella, sono un esempio del gusto per questo tipo di oggetto. In mostra ce ne sono molti, dai primi, Cupido, il Meleagro del Victoria & Albert Museum (prestato per la prima volta), Ercole, Ercole e Anteo del V&A e Paride seduto (efficacemente accostati ad originali antichi, come il “Camillus” dei Musei Capitolini), agli ultimi, Atropo, Ercole e Anteo del Kunshistorisches, Ercole con la clava, Pan e Venere accosciata. La presenza nelle collezioni dei Signori di originali antichi con loro riduzioni ed imitazioni di alta qualità diventa una vera e propria moda: non copie conformi agli originali ma vere e proprie variazioni su tema. Dopo “Busti, ideali, ritratti” (tra questi Arianna e Bacco da Vienna, Cleopatra da Boston, Menandro da Baltimora, Antonino Pio e Faustina Maggiore da Parigi), i confronti con l'artista detto “Moderno” e le tracce dell'influenza dell'Antico a Mantova dopo la sua morte. Quindi la sezione documentaria, lettere originali dalla corrispondenza tra i Gonzaga e l'Antico (con trascrizione) che testimoniano i rapporti familiari ed affettivi tra Isabella e Bonacolsi: si scrivevano anche per motivi banali, come un unguento per curare gli occhi oppure un sapone o un abito. La mostra è allestita nell'appartamento vedovile di Isabella in Corte Vecchia con il giardino segreto del 1522, non visitabili da oltre quarant'anni: “Nec spe, nec metu” il motto inciso nello studiolo. Dal Kunsthistorisches Museum di Vienna arrivano ben 16 opere. La curatrice della Kunstkammer del museo, Claudia Kryza-Gersch, competente e simpatica, all'inaugurazione ha fatto “vivere la scultura” e ci ha fatto scoprire che si possono trovare infinite notizie “grattando” sotto la superficie di quelle che appaiono semplici copie. La “Venus felix”, ad esempio, ha una ghirlanda nei capelli di quercia e rovere, allusione a Giulio II Della Rovere, potentissimo papa con cui i Gonzaga avevano rapporti ottimi (Felicia è, tra l'altro, il nome della figlia illegittima del papa, icona di bellezza per poeti e pittori). Nel suo saggio in catalogo si ritrova lo stile della sua brillante e colta conversazione. Il catalogo Electa costituisce uno strumento indispensabile, completo della raccolta documentaria, curata da Daniela Ferrari: le opere in mostra sono accompagnate da schede complete e fotografie. Mantova, Palazzo Ducale, fino al 06 gennaio 2009, aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19 (chiusa a Natale e capodanno), catalogo Electa, infoline 0376.352100.